Quando nel 2007 si affacciò sul mondo l’innovazione tecnologica del Kindle, che segnò la commercializzazione su grande scala dell’e-book, si discusse a lungo negli anni seguenti su quale trasformazione avrebbe comportato la fruizione letteraria attraverso i soli supporti elettronici.
All’epoca sembrava si fosse raggiunto un punto di svolta o di non ritorno, si pensava che i libri in formato cartaceo con il passare del tempo avrebbero finito quasi di esistere, completamente sostituiti da eterei formati digitali e rifilati dentro un gigantesco archivio informatico e non più ammassati a prendere polvere sugli scaffali di un mobile del salotto. Nessuno avrebbe più letto una riga se non attraverso un monitor. Ogni testo avrebbe potuto essere a portata di un semplice click ovunque e in ogni momento, nessuno avrebbe più compiuto l’immane fatica di girare una pagina.
Però almeno finora, tale completa sostituzione non è mai avvenuta.
L’immenso patrimonio culturale prodotto e raccolto in secoli di storia umana era troppo vasto e corposo per poter essere trasferito interamente nella dimensione digitale e internettiana. Inoltre continua a esistere una parte della popolazione che preferisce maneggiare un libro in tutto il suo spessore e avere la possibilità di possederlo in quanto oggetto visibile e tangibile e non in forma “ectoplasmatica”; di aprirlo nella stessa pagina sulla quale si era interrotta la lettura senza doversi maledire per aver scordato di mettere in carica nulla o magari di impazzire con il touch screen per ritrovare la frase che si voleva annotare.
La lettura digitale è stata innegabilmente un’importante innovazione ed è tuttora un’enorme risorsa, ma seppur abbia determinato cambiamenti significativi anche sul mercato editoriale non ha comunque sancito la fine dell’era cartacea che prosegue il suo cammino e continua a esistere e resistere anche attraverso il settore dell’usato. In tempi di mutamenti climatici, di esigenza di riciclo e di risparmio energetico anzi il settore dell’usato letterario si è rafforzato, assumendo un ruolo rilevante anche in questo aspetto e non solo in quello del risparmio economico.
Il libro di Massimiliano Timpano e Pier Francesco Leofreddi “Chiuso per Kindle” raffigurato a cornice di questo post, esprime il punto di vista di chi si oppone a questa netta sostituzione e offre per questo un’utile testimonianza, soprattutto per le osservazioni che solleva e le riflessioni che suscita.
Scritto a quattro mani e avvalendosi di una lunga esperienza diretta nel campo della vendita e del contatto umano con il pubblico, gli autori cercano di proporre un discorso prima di tutto a favore della qualità culturale sia nella produzione letteraria che nella fruizione. Un racconto della propria esperienza quotidiana che supportano con l’ausilio di fonti e citazioni di noti scrittori, e con cui coinvolgono il lettore accompagnandolo in questo viaggio dentro il mondo delle librerie fisiche.
Nota distintiva del loro scrivere è un notevole senso dell’umorismo che permane per tutta la narrazione arricchendola, alleggerendola e permettendo a chi la legge di allietarsi anche nello scoprire l’esistenza delle varie tipologie del “cliente tipo”, e chissà magari anche di riconoscersi in qualcuna di esse.
Per chi volesse approfondire “Chiuso per kindle. Diario di un libraio in trincea”